Imitazione, riproduzione e restauro nell’arte concettuale

Come è noto, Roberto Longhi, parlando di quella sorta di pittura espressionista fiorita a Roma negli anni ‘30-‘40 del secolo scorso, coniò il termine “Scuola di Via Cavour”, perché la maggior parte degli artisti che la praticavano (Scipione, Mafai, la Raphael, Ziveri, ecc.) avevano il loro studio o la loro abitazione nel quartiere Monti, attraversato appunto da Via Cavour.
L’Avanguardia romana degli anni ‘60-‘80 dovrebbe, per analogia, chiamarsi “La Scuola di Via Beccaria”, perché tutti gli artisti riferibili all’arte concettuale, comportamentale, multimediale, interattiva, sono passati per l’autorimessa di Via Beccaria, ove – ironia della sorte! – era installata la Galleria “L’Attico”, diretta da quello straordinario… [pdf]